Ancora due mesi a disposizione per ammirare le straordinarie opere di Metamateria, in mostra presso l’Auditorium di Via Veneto a Roma.
A seguito del grande successo di pubblico e critica, si è reso necessario dare risposta alle numerose richieste di visita attraverso il prolungamento del periodo di apertura dell’esposizione sino al 24 giugno.
Per la prima volta in Italia è possibile ammirare parte della collezione privata di Fintecna: un patrimonio culturale di inestimabile valore che oggi si è voluto rendere nuovamente accessibile al pubblico.
Una mostra irripetibile con oltre 80 opere di maestri quali Pomodoro, Sinisca, Pepper, Carmi, Gheno e molti altri, che hanno segnato l’arte contemporanea del XXI secolo.
Un’ esposizione di respiro internazionale che Assieur Consulting ha voluto sostenere come sponsor per agevolarne la realizzazione e far vivere a tutti i suoi clienti e ai cittadini italiani l’emozione di contemplare da vicino capolavori d’arte moderna tra i più belli dell’ultimo secolo.
Per visitare l’esposizione è necessario prenotare al numero 06 42126630.
Di seguito l’articolo ed il video che è apparso su Artribune.
L’ARTE INCONTRA L’INDUSTRIA (di Alessandro Iazeolla)
L’opportunità di sperimentare la formidabile commistione tra arte e industria arriva nel dopoguerra, quando la ricostruzione esige un’espansione della capacità produttiva e tecnologica. Nel contempo, la spinta verso la modernizzazione del Paese e il fervore culturale alimentato dai crescenti contatti con le esperienze internazionali favoriscono la rottura con i canoni figurativi tradizionali.
In questo complesso dinamico di forze si colloca il ruolo della mano pubblica esercitato dall’IRI, che negli Anni Cinquanta avvia una stretta collaborazione con l’industria privata italiana per incentivare il comparto siderurgico. È l’occasione per promuovere anche la collaborazione dell’Italsider con artisti emergenti. Uno dei risultati è, nel ’62, la realizzazione dell’irripetibile esposizione Sculture nella Città, a Spoleto. Il centro viene invaso da opere a scala urbana di maestri internazionali, quali Moore, Marini, Arp,Manzù, Calder, Consagra, Franchina, Pepper, Pomodoro.
SIDERURGIA E CREATIVITÀ
Figura di snodo dell’iniziativa è Eugenio Carmi, che dal ’56 al ’65, è responsabile dell’immagine per l’impianto siderurgico Italsider di Cornigliano. Perseguendo fermamente l’idea che l’industria debba farsi promotrice di cultura, progetta e realizza operazioni visive e culturali d’avanguardia. Nel ’62 ottiene di ospitare all’interno delle fabbriche Italsider 10 dei 52 scultori invitati alla mostra spoletina, generando una forma di cooperazione del tutto nuova tra artista e operaio. A testimoniare gli esiti di questo connubio, una intera sala dell’esposizione è riservata alle opere di Beverly Pepper. Emblematica nella sua storia personale è proprio quella esperienza in fabbrica, dove spregiudicatamente si accosta per la prima volta alla scultura in metallo e in pochi mesi realizza all’Italsider di Piombino opere di dimensioni colossali. Contemporaneamente,Arnaldo Pomodoro all’Italsider di Lovere realizza la sua prima opera monumentale, utilizzando una tecnica di fusione del tutto nuova: una stele dalla cui superficie scavata emergono tracce che anticipano le configurazioni segniche alla base dei circuiti integrati.
MACCHINE E ARTISTI
Alle stesse intuizioni proto elettroniche approda Sinisca, che eleva ad arte la sua formazione in IBM. Dal ’58 si dedica esclusivamente alla pittura affiancata, in seguito, a grafica, design, ceramica, oreficeria, fotografia. In ogni sua opera prevale l’esigenza di rappresentare le sensazioni che l’elemento macchina produce.
Ma il mecenatismo dell’IRI, abbracciando l’intera costellazione delle sue imprese, spazia dagli arazzi dalle grandi navi (imponente quello di Capogrossi), alle comunicazioni commerciali, agli ambienti di rappresentanza. Nel 1961 la Finsider commissiona a Luigi Gheno i pannelli per la propria Direzione Generale, un impressionante assemblaggio di elementi di fonderia, profili, chiavarde e filamenti, che emergono da una cera scura evocando una topografia metropolitana.
In questo clima di fervore intellettuale, che spazia tra arte, lettere, scienza e tecnologia, si colloca nel ’53 la pubblicazione della rivista Civiltà delle Macchine, invenzione diLeonardo Sinisgalli. I bozzetti originali per le sue copertine, presenti in mostra, costituiscono di per sé una raccolta unica nel suo genere, che Federico Zeri definì “un grande museo”. Il periodico raccoglie per 27 anni la testimonianza di un’eccezionale stagione per la cultura, che Fintecna intende oggi riattivare con una serie di importanti iniziative, tra le quali un premio per la giovane arte contemporanea e un master in collaborazione con l’Università di Tor Vergata.