1) Dal 2004 sei stato ben undici volte su quindici Agente dell’Anno prima e poi Join the Top, il più prestigioso riconoscimento che annualmente UnipolSai riserva alle sue migliori Agenzie sul territorio. Cosa vuol dire, per te, essere una eccellenza?
“Mira sempre alla Luna, se andrà male, su qualche nuvola atterrerai”. L’eccellenza è anche questo. Dare a me e ai miei ragazzi obiettivi sempre superiori rispetto a quelli che ci fornisce UnipolSai. Miro sempre in alto, verso traguardi ambiziosi, ma raggiungibili. Il segreto risiede poi nella passione, nell’impegno e nel metodo. Solo con tenacia e volontà guadagnerai quel pizzico di fortuna che servirà per mettere in luce le tue capacità ed avvicinarti all’eccellenza.
2) Il premio di oggi e il premio di 15 anni fa. Cosa è cambiato nel corso di questi anni?
Dal 1991, anno in cui ho partecipato alla mia premiazione, ad oggi, i cambiamenti sono stati principalmente due. In primo luogo la dimensione della Compagnia; all’epoca della Siad Assicurazioni eravamo 200 agenzie in Italia, di cui 15 venivano premiate. Nel 2004, al primo Agente dell’Anno le agenzie sul territorio di Aurora erano 1200, e in 34 potevano conseguire il riconoscimento. Oggi le agenzie sono 3.500, di cui 100 vengono premiate.
In secondo luogo, sono cambiati i parametri. Nel ‘91 la premiazione si basava sul parametro quantitativo della produzione. Oggi i requisiti dipendono non solo dalla produzione, ma soprattutto dalla redditività del business, dal conseguimento di tutti gli obiettivi Vita e Danni, dal livello di eticità e reputazione nel rappresentare l’Azienda sul territorio, dallo sviluppo della digitalizzazione e della Fea e infine dal conseguimento di risultati pregevoli nei progetti di multicanalità, ogni anno implementati da UnipolSai attraverso la proposta di nuovi servizi, sempre afferenti il mondo assicurativo e connessi alle nuove tecnologie (Unibox, i servizi di domotica, il noleggio a lungo termine, servizi di new welfare n.d.r.). Insomma, negli anni più di qualche parametro è cambiato, ma la soddisfazione e l’orgoglio nel raggiungere questo ambito premio rimane sempre la stessa. Quest’anno, inoltre, ho vissuto un’emozione in più: la condivisione di questo traguardo con mia figlia, non come ospite come accaduto altre volte, ma a pieno titolo come esponente della squadra che alacremente lavora in Assieur.
3) Cosa consiglieresti all’Andrea Polimeno del 1985, quando iniziasti anni fa?
Al me stesso di trentacinque anni fa consiglierei di metterci la stessa passione e motivazione. In realtà non cambierei nulla di ciò che ho fatto, sono molto soddisfatto del percorso che ho seguito e anche dei piccoli errori che ho commesso. Non esiste chi non sbaglia mai, l’importante è imparare da quel momento e rialzarsi più motivati di prima. Mi esorterei a prendere, come ho sempre fatto, i miei genitori come modello, credendo sempre nei consigli e nei valori da loro trasmessi. Se sono qui oggi, è anche merito del loro insegnamento.
4) I premi riconosciuti nel corso degli anni testimoniano una realtà che è riuscita a confermarsi nel tempo: qual è allora la ricetta di Assieur?
I riconoscimenti ottenuti passano attraverso il gioco di squadra che da sempre ha contraddistinto il nostro modo di lavorare. Impegno, passione e formazione sono le parole chiave che permettono ai nostri consulenti di essere non solo dei venditori di polizze ma dei veri e propri risolutori di problemi, quasi dei consiglieri per i nostri clienti. Solo così costruiamo un livello di reputazione e fiducia tale per cui chi si rivolge a noi non lo fa per calcolo economico, ma per il servizio che offriamo, per la solidità e la coerenza nei rapporti che instauriamo, e per il senso di responsabilità sociale, che viviamo come una vocazione.
5) Quali sono le hard e le soft skills che ogni buon agente deve possedere in questo ambito professionale?
Ritengo essenziali la formazione di base e la varietà di esperienze. La curiosità a sperimentare contribuisce a costruire un patrimonio genetico di conoscenze da portare in dote ovunque e con chiunque. Oltre l’impegno e un pizzico di talento, bisogna imparare ad essere versatili.
6) Cosa rappresenta UnipolSai per Assieur? E in che modo le due realtà lavorano sinergicamente?
Amicizia, per prima cosa. Da sempre mi confronto con loro in modo costruttivo e propositivo come farei con degli amici, ovviamente nel rispetto dei reciproci ruoli. I grandi affari, anche istituzionali, non li ho realizzati da solo ma con l’appoggio costante di questa Compagnia, per la quale sentiamo un senso di appartenenza fortissimo. Personalmente credo in UnipolSai come un giocatore crede nella propria maglia. I risultati ottenuti sono dovuti anche a questo, alla grande stima che proviamo nei loro confronti in termini di etica professionale e di avanguardia nei prodotti che offrono: dai Box che li hanno resi leader europei, alla forma di pagamento a rate a tasso zero, passando per la domotica delle polizze assicurative sulla casa. Come dice la pubblicità, si tratta di una Compagnia che sta sempre un passo avanti. Rappresentare un marchio in cui credi è più facile, ti permette di lavorare bene e con maggior convinzione.
7) Verso quali scenari si incammina il settore e quali saranno le maggiori sfide da affrontare?
Il futuro, purtroppo, sarà per pochi. Fra 10-15 anni quelle realtà che oggi basano la propria attività esclusivamente nella competizione sul prezzo verranno, come già successo in altri settori merceologici, cannibalizzati dai giganti dell’online, primo fra tutti Amazon, che avranno vita facile in virtù di costi industriali più bassi. Sarà fondamentale la connotazione consulenziale della propria attività. Il cliente evoluto che sente necessità di un parere professionale, sceglierà la qualità del servizio senza badare solo al calcolo economico.
Il secondo scenario riguarderà il mercato della RC Auto, destinato a sparire come lo conosciamo adesso. Le nuove tecnologie, grazie a radar e satelliti, ridurranno fino ad azzerare, i rischi della circolazione che rappresentano oggi ancora oltre il 60% del portafoglio delle agenzie. Nuovi mercati diverranno trainanti, penso soprattutto al welfare con sanità integrativa e previdenza che daranno modo alle Compagnie di essere ancora protagoniste e fondamentali per l’equilibrio sociale. Prevedere e giocare d’anticipo sarà quindi fondamentale per sopravvivere.
Per questo l’obiettivo di Assieur è quello di continuare a presidiare i mercati consulenziali con un occhio sempre rivolto alle nuove tecnologie ed ai nuovi canali di comunicazione.
Il mio compito sin da oggi è quello di cominciare a programmare la successione e quindi di mettere a disposizione delle persone che lavorano nella mia squadra delle attività, slegate da me, che siano durature e resistenti nel tempo.